Le rottamazioni
Caffè Scorretto
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A proposito di rottamazione, Matteo Renzi insegna: voleva sbaraccare la vecchia guardia Pd, finì rottamato. “Per fare certe cose ci vuole orecchio” cantava Enzo Jannacci. L’altro Matteo, Salvini, dice di averlo e ci riprova. Pochi giorni fa sono state presentate due proposte di legge, una alla Camera e l’altra al Senato, per votare la rottamazione quinquies che nel concreto significa dare la possibilità a chi non ha pagato le tasse di rimediare con 120 comode rate in dieci anni senza interessi di mora, né sanzioni. Al “venghino signori venghino” può aderire anche chi aveva scelto la rottamazione quater ma non aveva mantenuto i suoi impegni. In euro il giochino quest’anno porterebbe alle casse pubbliche 5,2 miliardi in meno, 3 miliardi nel 2026 e nel 2027 una perdita di 2,5 miliardi. Se il “buco”, per assurdo, dovesse sparire perché nel decennio quelli che erano cattivi pagatori sono diventati buoni, lo Stato perderebbe comunque 1 miliardo e mezzo di entrate. Per il Fisco l’affare è pessimo, al contrario per chi punta ai sondaggi: più rottamazioni più voti, anche se in passato non è andata proprio così. Quest’ultima rottamazione per i lavoratori e per i pensionati che non possono scappare, ma anche per tutti gli altri contribuenti che hanno pagato puntualmente e fino al centesimo, è la conferma che in un Paese di furbi a pagare son sempre i fessi.