G reta Thunberg, pulzella di Stoccolma dal finto sorriso enigmatico, sacerdotessa in sedicesimo della religione green, sta subendo l’oltraggio di arresti e denunce. A Londra come a Malmö. Entra e esce dalle questure. Manifesta alla testa di cortei non sempre pacifici, rompe la pazienza e i cordoni della polizia, che non si fa impressionare da quell’icona mistica, che in un recente passato è stata spesso ospite riverita dei grandi del mondo: Onu, Vaticano, cancellerie, parlamenti. Ambita da Tv, radio e giornali, star del web e dei social, influencer e predicatrice, ha mosso coscienze e menti permeabili. Diventata idolo globale liquidava i suoi interlocutori con parole sprezzanti. Come quando disse a Biden: «Per ora avete fatto solo chiacchiere». Titolo ricorrente sui giornali era: «La lezione di Greta». Nessuna ideologia politica la muove, asserirono i suoi sostenitori. Ma era una bugia. Ora sappiamo da che parte sta. L’hanno arrestata perché, kefiah al collo, agiva con un gruppo di facinorosi per impedire a Eden Golan, rea di essere israeliana, di partecipare all’Eurofestival. Sono gli stessi agitatori che vogliono l’immunità di Yahya Sinwar, leader di Hamas, capo di un esercito di tagliagole, protetto da Russia, Cina e Iran. Obiettivo: sterminare gli ebrei, distruggere Israele. Terroristi e antisemiti. Ecco da che parte sta la pacifica Greta.

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