Intelligence
Caffè Scorretto
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S iamo tutti obnubilati dai ludi calorici delle Feste e/o angosciati dalla vicenda Sala. Ma ci è rimasto uno spicchio di attenzione per preoccuparci dell’indiscrezione di Bloomberg per cui il nostro governo appalterebbe alla Starlink di Elon Musk “servizi avanzati di sicurezza nelle telecomunicazioni”. Non solo perché Palazzo Chigi non ha commentato con un virile “mai e poi mai” bensì con un blando “beh, non subito”. Non solo perché da anni questo è il settore della sicurezza più delicato nonché quello che ci vede più arretrati, come sanno bene tutti gli hacker filoputiniani. Non solo perché Musk è il ricco più pazzo del mondo, o il pazzo più ricco del mondo, a preferenza di ciascuno. Non solo perché la notizia arriva insieme a quella dell’addio di Belloni ai vertici della nostra intelligence (a proposito: perché?). Anche per tutti questi motivi, ma soprattutto perché ricordiamo come venne opportunamente lapidato l’allora premier Renzi quando voleva affidare la nostra cybersicurezza al suo amico Carrai, che era un privato. Beh, Musk è altrettanto privato, ma non è neppure italiano. È questo il sovranismo? È il prezzo che il supercafone di Mar-a-Lago ha preteso dalla Sgarbatella per non intralciare la trattativa sulla liberazione della giornalista italiana sequestrata in Iran? Oppure il miliardario straniero fa paura solo se si chiama Soros?