A ltro che sasso, la dottoressa Antonella Viola, virologa diventata famosa durante la pandemia di Covid-19, nello stagno ha lanciato una bomba atomica. «Il vino fa male anche in piccole quantità», ha detto, «chi lo consuma ha il cervello più piccolo». Un mio contatto su Facebook ha commentato ironico: «Allora io non ne ho più». Viola ha toccato un tasto dolentissimo. Qualcuno le ricorda che gli ormai famosi centenari d’Ogliastra nella loro dieta hanno da sempre inserito almeno un bicchiere di vino rosso al giorno. Possibilmente Cannonau. E l’oncologo Giuseppe Curigliano ha sottolineato il fatto che «è l’interazione alcol-fumo a essere una seria minaccia per la salute». Nella disputa non poteva mancare Al Bano, cantante e produttore di vino, nella sua Cellino San Marco, provincia di Brindisi, Puglia: «Il vino è storia e cultura», ha sostenuto il famoso personaggio del mondo dello spettacolo non senza qualche ragione. «Del resto, si usa anche durante la messa».

E allora dove sta la verità? Probabilmente nel mezzo, al riparo dai talebani dell’una e dell’altra parte. La certezza sugli effetti benefici o nefasti del vino non l’avremo mai. Nel dubbio, cin cin.

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