D ice il professor Gianmario Demuro che in questo periodo i convegni degli studiosi come lui in giro per il mondo hanno come tema la degradazione costituzionale.

Fa impressione che i giuristi lo considerino un argomento di attualità, ma d’altronde abbiamo tutti in mente prassi e fatti corrosivi della salute istituzionale. L’assalto a Capitol Hill è il più hollywoodiano, ma ricordiamo Di Maio, allora descamisado e oggi impettido, che strillava all’impeachment? Poi c’è la degradazione doc ed è quella per via legislativa, con modifiche del tessuto normativo a colpi di maggioranza e in senso autoritario. L’Ungheria omofoba, la stretta polacca sui giudici o quella turca sulla stampa. Eppure dice Demuro che all’ultimo convegno c’era un prof turco che a quello prima era assente perché ai domiciliari: nel frattempo l’hanno eletto deputato e quell’immunità ancora funziona, evidentemente.

Noi manichei benintenzionati vediamo democrazia e dittatura come campi compattamente candidi o neri. Invece il mondo più che mai assomiglia ai due pesci Yin e Yang. Nel buio pulsa un pallino luminoso, il chiaro ha un punto dark. Entrambi hanno voglia di espandersi, e la ruota ha ripreso a girare. Se mai un ragazzo dovesse leggere questo giornale di carta, ci sarebbe da citare ancora Gramsci: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”.

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