L ’ulivo è un albero sempreverde. Se né uomo né natura lo offendono può campare molto a lungo. Con questa prospettiva Romano Prodi battezzò Ulivo la sua creatura politica, nella quale – era il 1995 - confluirono gran parte delle forze di sinistra di quel periodo e frange del centro. Il successo elettorale non fu eclatante, ma sufficiente per consentirgli di governare in due tronconi di legislatura, la XIII e la XV. Complessivamente quattro anni e mezzo circa. Poi la pianta perse gran parte del suo vigore a causa di una malattia fungina chiamata berlusconismo e si rinsecchì. Ma non morì. Ora, dopo tre lustri di letargia, l’Ulivo prodiano è di nuovo pronto a accogliere sotto le sue fronde la nuova sinistra targata Schlein. Ma senza Schlein. Il vecchio Professore giocoliere della politica, che con suadenza vescovile impartisce consigli e benedizioni, indica percorsi, condanna e assolve, è legato a figure e strategie diverse. Dopo anni di dormienza, dalle gemme latenti della sua pianta sono spuntati i succhioni Franceschini e Gentiloni, germogli che si sviluppano nella parte alta dell’albero: sono la speranza, sono il futuro passato. Ma un pericolo incombe: il pollone Conte Giuseppe. Per chi non lo ricordasse, i polloni sono rami che si sviluppano tra fusto e radice, sottraggono alla pianta sostanze nutrienti, ma non producono frutti. Professore avvisato …

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