P ronti, via. Fra quattro giorni il mossiere Fico abbasserà il canape e la corsa avrà inizio. Nel Palio del Quirinale sono in gara pochi purosangue e parecchi ronzini. Raramente in passato ha vinto un cavallo di razza. Le contrade, ossia i partiti, sono litigiose per loro natura. Mentre fingono di accordarsi covano il tradimento. I colpi bassi e gli insulti provocatori prima della partenza fanno parte della tattica e dello spettacolo. Il nervosismo fiacca i meno coriacei, tanto che talvolta al traguardo i cavalli scossi arrivano primi. Nel palio di Siena la contrada del Drago ha vinto 38 volte, quella della Chiocciola 51, quella dell’Oca 68. Sugli animali araldici spesso prevalgono quelli da cortile: i simboli, mentre la celano, rivelano la verità. Anche nella competizione per la conquista del Colle sono in corsa oche, chiocciole e draghi. I media sono scesi nell’agone con tifo partigiano. Fra i sommi pensatori, quelli del quotidiano “La notizia”. I quali, con l’intento di azzoppare il concorrente più autorevole, hanno titolato a tutta prima pagina: «Le regole di Draghi fanno di Conte un gigante». Nostalgici dei due scalcagnati governi dell’ex premier, al pari di Travaglio sono la voce stridulante dei grilli. Sostenitori della liberalizzazione delle droghe leggere, hanno visioni stupefacenti.

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