R itorniamo a un quarto di secolo fa, all’insurrezione di centinaia di allevatori (sardi compresi) per contestare le multe inflitte per aver sforato i limiti imposti dall’Unione europea contro le eccedenze nella produzione del latte. Bloccarono piazze, strade e alle manganellate risposero a colpi di spandiletame. Dopo snervanti trattative alcuni allevatori pagarono la multa, condizione indispensabile per accedere ai contributi europei, altri si appellarono alla Giustizia e altri ancora lasciarono correre convinti che la politica dei politicanti avrebbe sistemato le cose. Beata ingenuità! Chi si era affidato ai Tribunali non pagherà neppure mezzo euro perché sottilizzando tra leggi europee e italiane, cavillando e rinviando di anno in anno è scattata la prescrizione. Chi non ha pagato confidando in uno dei tanti condoni promessi e mai arrivati, dopo il Covid si è trovato le case ipotecate e i conti in banca pignorati dall’Agenzia delle Entrate. In questi due decenni è successo di tutto e il contrario di tutto. Secondo la Corte Europea l’Italia non ha saputo neppure verificare la reale produzione nazionale, quindi parlare di sforamento era un solo pour parler. Alla fine anche chi ha vinto ha perso; chi ci ha rimesso soldi, chi le aziende, la salute e qualcuno persino la vita. L’Italia ne esce male, perde la faccia e un pezzo di credibilità.

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