U n anno fa una maestra russa chiese ai suoi scolari un disegno sulla “operazione militare speciale” in Ucraina. Una sua alunna, la dodicenne Masha, tradusse graficamente in pochi tratti quel che per lei significava quella notizia: una famiglia ucraina sotto le bombe.

La zelante maestra, più affezionata al regime che alle proprie scolare, segnalò il disegnino così poco patriottico alle autorità. A quel punto il babbo di Masha si indignò molto (posto strano la Russia, a sentir parlare di genitori contro gli insegnanti vien da dare ragione ai genitori) e raccontò la storia sui social. Bene, ieri le agenzie davano notizia che con un’operazione di intelligence “condotta ai più alti livelli” il babbo eversore della disegnatrice antipatriottica dopo un anno di caccia all’uomo è stato assicurato alla giustizia.

Ieri l’Ansa aggiungeva che è stato difeso perfino da Evgheni Prigozhin, patron della milizia Wagner, che in un appello al procuratore di Tula ha definito “ingiusta” la sua condanna e soprattutto quella imposta a Masha, che “sarà costretta a crescere in un orfanotrofio”. È incredibile ma per una volta c’è poco da aggiungere a ciò che dice quel mercenario nazistoide di Mr Wagner. Se non una cosa: militarmente e politicamente può ancora andare in qualunque modo. Ma se temono il disegno di una bambina, Putin e i suoi questa guerra l’hanno già persa.

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