N el 1960 l’Italia, uscita stremata dalla guerra, iniziava a conoscere il boom economico. La Fiat produceva auto alla portata di tutti (la mitica 500 su tutte), mentre l’industria sfornava lavatrici e frigoriferi. L’Italia, anche se non in maniera uniforme, come dimostrerà il persistere della Questione Meridionale, si rimise in moto e incominciò il percorso che l’avrebbe portata a essere il quarto Paese più industrializzato del mondo. Il tasso di analfabetismo, però, restava considerevole, soprattutto nel Sud Italia, dove la scuola pubblica era carente e le condizioni di disagio economico spingevano i ragazzi a preferire i campi alle aule. Fu così che la Rai si assunse il compito di contribuire all’alfabetizzazione degli italiani. Nacque “Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta”. Era un programma curato da Oreste Gasperini, Alberto Manzi e Carlo Piantoni, prodotto dalla Rai, in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione. Andò in onda dal 1960 al 1968, dal lunedì al venerdì, originariamente sul Nazionale e, successivamente, sul Secondo Programma. Furono tanti gli italiani che impararono i rudimenti della scrittura e della lettura grazie al maestro Manzi. Adesso, la Rai propone le urla belluine di Lele Adani e l’italiano improbabile di Antonio Cassano. È il segno dei tempi che cambiano. In peggio.

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