Sommersi dall’attualità angosciosa dell’Afghanistan e del Covid e di quel che sta nel mezzo, nel giro di due settimane abbiamo quasi digerito lo stupore delle Olimpiadi. E allora cerchiamo di recuperare tre elementi marginali perché passino, se non alla storia, almeno a questa cronachetta.

Il nono oro italiano è stato vinto dal karateka Luigi Busà, che ha battuto 1-0 un azero. Scritta non serve a nulla, però nel parlato diventa: “Unazero unazero”. Volendo è un record pure questo. Forse il più scemo.

A Tokyo la suite di Bach, il capo del Cio, costava 30mila euro a notte. Come si arriva a un prezzo così? A cantarti la ninna nanna viene Lady Gaga? Ti portano in stanza ogni mattina orchidee selvagge dall’Amazzonia? Nel cappuccino ti pucciano un’aragosta? Ma soprattutto: come puoi dormire sapendo che ogni minuto costa 62 euro e mezzo?

Dopo gli ori di Patta, oristanese, e Tortu, gallurese di padre, la smetteremo noi giornalisti sardi di strillare a ogni grande evento che “c’è anche un po’ di Sardegna” perché il tassista che ha portato Benigni a prendere l’Oscar ha un cognato di Putzu Tristu? A forza di sgomitare per infilarci nelle foto di gruppo della storia, quando inquadrano noi non sappiamo più come metterci.

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