Guerre stellari
Caffè Scorretto
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U na batracomiomachia italica è in corso. Non è una guerra tra rane e topi come quella descritta da Omero quasi tremila anni fa nell’omonimo poemetto eroicomico. È uno scontro tra grilli duri e puri e topi in fuga dalla nave che affonda. Materia per entomologi più che per politologi. La torma dei coleotteri, che con orgogliosa baldanza aveva occupato il parlamento, è dilaniata da una lotta intestina. A dare nuovo ordine alle truppe sparpagliate degli autoproclamati figli delle stelle è arrivato dalle nebbie il redivivo Conte. La sua scommessa di riunire in un partito le anime vaganti del Movimento è azzardata quanto quella di Mattarella quando gli diede l’incarico di governare l’Italia. Ha dichiarato che il suo primo obiettivo è salvare la democrazia popolare, quella del web: dove è vero che i partecipanti sono pochi, ma nel cyberspazio uno non vale uno, bensì centomila. L’equivalenza di Casaleggio padre era un inganno proletario. Davide, suo erede dinastico, per difendere la cosiddetta piattaforma ha duellato all’ultimo sangue con l’ex avvocato del popolo. La singolar tenzone è finita alla pari: 250 mila a 250 mila (euro). Anche gli ideali hanno un mercato. Ma la pace è lontana, la batracomiomachia continua. E il soldato Conte, tra rane e topi, rischia di cadere sul campo da eroe omerico.