S e non contiene una goccia di angostura il Caffè non è scorretto. Perciò oggi questo Caffè è un invito a andare a votare per i referendum sulla giustizia. In un Paese democratico e liberale questa sollecitazione sarebbe una banalità. Nell’Italia di oggi, narcotizzata da un’informazione al cloroformio di Stato, appare invece scorrettissima. Badate bene: non è un consiglio a votare pro o contro; è soltanto uno sprone a recarsi alle urne. La scelta della data è malandrina, mira a distogliere gli elettori. In piena estate mare, monti e laghi, sono più attraenti di un seggio elettorale. Lo ha detto anche quella birba di Luciana Littizzetto, cui Fabio Fazio ha fatto da sponda. La politica da cabaret, lo sanno gli amici delle Procure, penetra nel tessuto debole di un’opinione pubblica addomesticata. La Tv di Stato, che dedica dibattiti e approfondimenti anche alla prolificità delle nutrie, fa rari e vaghi accenni ai referendum. La grande stampa, quando non tace, glissa. L’obiettivo è non raggiungere il quorum. La minoranza agguerrita dei pubblici ministeri d’assalto, che fanno lo slalom tra i partiti, è lo scudo protettivo delle sinistre giustizialiste, che temono la conta dei voti. Vivono bene in questa guazza e vogliono che nulla cambi. Siate scorrettissimi come questo Caffè: domenica andate a votare.

© Riproduzione riservata