L a libreria di un aeroporto. Un viaggiatore, timoroso di annoiarsi in volo, adocchia le “Lettere dal carcere” e le porta alla cassa. Qui apprende che avrà diritto a degli sconti se acquisterà un secondo volume. Ad esempio c’è, sempre di Gramsci, un best seller: “Odio gli innocenti”. Momento di sospensione, poi in coro viaggiatore e addetto mettono a fuoco il lapsus (“Gli indifferenti, certo, gli indifferenti!”), ridono e concludono la transazione. Dopo la microstoriella, una minuscola considerazione. Il libraio è una presenza preziosa per il suo quartiere, il suo paese, la sua zona. Un po’ sommelier, un po’ psicologo e un po’ insegnante, può ben consigliare il cliente di cui conosce passioni e curiosità e fargliene sbocciare di nuove. In uno spazio come quello aeroportuale (non ci abita una comunità, è attraversato da flussi frettolosi) i criteri per suggerire un titolo diventano “è del medesimo autore”, “è molto venduto”. Gli stessi di Amazon, che peraltro ha sulla coscienza più di una libreria. Perciò quel lapsus diventa uno squisito elemento di umanità. E il viaggiatore si chiede: chi potrebbe scrivere “Odio gli innocenti”? Un ergastolano invidioso, forse, o un Pm deluso. Oppure è un inedito del marchese De Sade. Alla fine, pensa strizzandosi nel sedile centrale, è un peccato che non esista davvero.

© Riproduzione riservata