I l Governo cento ne pensa e altrettante ne fa: come, è tutto da vedere. I ragazzuoli fanno i rave party e noi li rastrelliamo, i descamisados scendono in piazza e noi chiudiamo la piazza, lo studente non studia e noi studiamo come farli studiare. L’ultima, di una lunga serie. Il dirigente dell’ente locale non firma il progetto, i lavori restano inchiodati in lista pluriennale d’attesa perché al solo pensiero di finire nelle aule giudiziarie le mani sudano e la biro scivola? Ci pensa l’amministrazione grazie al Governo che ha approvato la legge “garanzia preventiva”. In poche parole nel preciso istante in cui si verifica l’apertura di un procedimento civile e/o penale nei confronti del dirigente, l’amministrazione da cui dipende ne assume la difesa accollandosi le spese legali fino all’ultimo grado di giudizio oltre le parcelle dei consulenti tecnici. Finora il dirigente sborsava di tasca sua salvo rimborso se assolto (il che vale anche con le nuove regole) ma non sempre al 100 per cento. Coprire le spalle del responsabile con fior di avvocati e tecnici forse aiuta ma non è la soluzione; l’accelerazione può arrivare solo se le regole degli appalti sono chiare e non fanno sudare chi ci mette la firma. “Il coraggio ce l’ho. È la paura che mi frega”. Nella battuta di Totò il Governo non esalta il coraggio ma ritrova la paura che vince il coraggio.

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