I politici esordiscono sciorinando programmi al futuro semplice: “faremo”, dicono, per poi concludere la missione passando palla agli altri che verranno. Carlo Nordio, ministro alla Giustizia e magistrato per quarant’anni, ha esordito: velocizzeremo i processi. Francamente poteva essere più prudente. Da Fausto Gullo, ministro con De Gasperi nel ’46 a Marta Cartabia, è stato un continuo precipitare. Tirare su una Giustizia così malandata non sarà semplice neppure per uno scafato come Nordio. Se ci riesce passerà alla storia ma soprattutto ne guadagnerà il Paese che, oltre al resto, tirerebbe su due punti di Pil. Il cittadino confida ma non si fida dei buoni propositi che da sempre colorano il vernissage quirinalizio il giorno del giuramento. Matteo Piantadosi dal Viminale annuncia: governeremo i flussi; parlava dei migranti pensando a Salvini. L’impegno di Francesco Lollobrigida è anticipato dal sottotitolo che rinfresca lo storico ministero all’Agricoltura: “Sovranità popolare”, “Prima di tutto l’Italia”. Stop al manzo giapponese” Kobe”, piatto delizioso per palati fini e tasche ben piene: 500 euro al chilo. E allora più Bue rosso, pecorino e culurgionis. Per Giorgia Meloni la parola d’ordine è sobrietà. Anche Daniela Santanchè, una che con la moda ci vive, ha preferito stare mezza riga sotto il suo look vippaiolo. Un segno dei tempi? Chissà!

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