D icono. Rappresenterò tutti: parenti e amici. Stato e Regione ci sono, l’Europa sempre: dove non si sa. Lo Stato è forte: con i deboli. Saremo trasparenti, una casa di vetro: oscurato. È la tiritera che ripetono tutti quelli che hanno sempre qualcosa da dire perché non sanno cosa fare. La credibilità romana è al minimo ma meno male che lo Stato c’è visto che, tra l’altro, ci sono miliardi di Bot da rimborsare, un Parlamento da mantenere e il Reddito di cittadinanza da pagare. È vero, le proteste sconfinano nel “piove Governo ladro”. Ma la gente è stanca di promesse a vuoto, di ritardi, soffre e non solo per la pandemia. Il “c’è” dello Stato anziché il presente indicativo sottintende un futuro lontanissimo, improbabile e indefinito. Forse, vedremo. Nei paesi terremotati, disastrati da frane e torrenti di fango, i cittadini chiedono che lo Stato blateri di meno e faccia di più. Basta con le opere a metà, i soldi bruciati, gli scandali, i poveracci costretti nei prefabbricati forni d’estate e ghiacciai d’inverno. Anche nel Montiferru carbonizzato, Stato e Regione si sono sperticati in promesse: abbiate fiducia, ripetono. I sindaci e la gente con la fiducia hanno perso anche la fede e la speranza. Meno male che “carità c’è” a salvare almeno quel sottile, ultimo filo di virtù tradite.

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