O gni giorno fanno a gara a chi la spara più grossa. Stonano eppure insistono e persistono. S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde l’eco: “Questa –confessò un onorevole- è una vita da cani”. L’onorevole Piero Fassino ritorna sul tema e precisa il quid mensile: “4.719 euro. Basta con le favole dello stipendio d’oro, un buon stipendio e niente di più”. No onorevole, è la somma che fa il totale, direbbe Totò. Se alla “paga base” il parlamentare da sei legislature aggiunge gli extra, come la diaria di 3.500 euro, sfonda i 13 mila euro. Vero, il rimborso delle spese di soggiorno a Roma è legato alle presenze ma non ai risultati almeno tentati. Dunque se durante le sedute dormi, stai appiccicato al cellulare (pagato dal contribuenti per 1.200 euro), studi Sant’Agostino o leggi Playboy l’incasso è comunque garantito. Dall’afflitto ex sindaco di Torino al giulivo ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida: “i poveri spesso mangiano meglio dei ricchi”, ipse dixit. Al decimo sfottò il ministro ha chiarito l’arcano perché: mangiano sano cercando dal produttore l’acquisto a basso prezzo e spesso comprano qualità. Spesso? Con un euro al giorno concesso dal Governo a chi ha un reddito da fame? Un po' di silenzio non guasta. Se prima avevamo molti tenori, adesso abbiamo troppi tromboni.

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