A nche alle Olimpiadi di Tokyo ci sono stati inginocchiamenti. Meno che agli europei di calcio, però ci sono stati. Il Comitato olimpico internazionale, per imporre il rispetto del principio di neutralità politica nello sport, vieta «qualsiasi tipo di manifestazione e propaganda politica, religiosa e razziale in ogni sito, luogo o altra area olimpica». Ma, sull’onda montante del movimento Black lives matter, più violento che pacifico, per questa Olimpiade ha concesso una deroga violando la sua notoria intransigenza. Surrettiziamente si sta imponendo nella società occidentale la volontà ribelle di una minoranza. Dopo i somari saccenti sono saliti in cattedra i pappagalli multicolori. Per chi non si adegua c’è l’ostracismo civile. Ionesco, in un amaro dramma satirico, rappresenta una comunità nella quale tutti reputano buono e bello trasformarsi in rinoceronte. Il conformismo e l’adeguamento dilagano, anche i più restii sono ingannati dalla retorica del regime. Soltanto pochi resistono e rifiutano di farsi crescere un doppio corno sul naso. Alla fine, però, anche loro cedono. Tranne uno che, specchiandosi, ammette: «In fondo, un uomo non è poi tanto brutto». Non sa, però, di essere politicamente scorretto. È tempo di rinoceronti. Chi vuole evitare guai si faccia crescere due corni sul naso.

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