A nche gli albatri divorziano. Uccelli maestosi, hanno apertura alare fino a tre metri e mezzo, sopraccigli neri, livrea bianca, becco robusto. Padroni del cielo, lo solcano per anni senza mai atterrare. Longevi e monogami per tutta la vita, da qualche decennio anche loro si separano. La novità sarebbe soltanto curiosa se non si sapesse che ne è causa il riscaldamento globale. Lo ha appurato una ricerca, cui ha dato consacrazione scientifica la prestigiosa rivista The Royal Society. Vi si legge che «le condizioni ambientali difficili possono interrompere i processi di riproduzione facendo dividere alcune coppie», che diventano fedifraghe. Capi di Stato, sovrani superstiti, primi ministri, papi e scienziati in erba ogni giorno ci martellano tempie e precordi con annunci da apocalisse: i ghiacciai si sciolgono, il clima impazzisce, il pianeta boccheggia per troppo calore, l’umanità rischia l’estinzione per cataclismi e mancanza di ossigeno. Ad aggravare il dramma ecumenico ora ci si mettono pure gli albatri. Chi ha il coraggio di dirlo a Greta, la sacerdotessa tascabile, vestale non del fuoco ma del ghiaccio? «I peccati della carne non sono i più gravi» ha detto papa Bergoglio. Gli siamo grati della concessione. Anche gli albatri, con la scusa del clima che cambia, lo hanno preso in parola.

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