Diritto e rovescio
Caffè Scorretto
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W inston Churchill diceva che il Cremlino era un enigma avvolto in un mistero. Da noi il mistero è evidente, il concavo è convesso e il semplice è contorto. Si odiano le complicazioni e si amano le omissioni. La vergogna della strage di Ustica, resuscitata con notevole ritardo dal “sottile” professore emerito Giuliano Amato, non può e non deve passare per consuetudine, come la nebbia in Val Padana. Chi ancora non si adegua scarta l’ipotesi che un dio crudele e senza cuore abbia preteso il sacrificio di 81 innocenti o che l’areo Itavia sia esploso in volo per una delle disgrazie della vita. Il giornalista Andrea Purgatori prima, Francesco Cossiga dopo 25 anni e Giuliano Amato solo pochi giorni fa, hanno scritto e detto che fu abbattuto da un missile francese. Chissà! Al mistero si è aggiunta anche la beffa del risarcimento danni. Ai parenti, dopo quasi mezzo secolo, è stata finora corrisposta l’elemosina di 50 milioni di euro a fronte del miliardo richiesto. Le cause civili sono rimbalzate da un Tribunale all’altro fino alla Corte di Cassazione che ha sentenziato: la vita non è risarcibile perché con la perdita del diritto scompare anche il soggetto (il morto) che potrebbe farlo valere. Sentenze che si rimpallano, giudici che vanno e vengono, che tagliano e rammendano. Nella patria del diritto, il rovescio conferma che giustizia non s’ha da fare.