“ C ’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico”. Per dirla con Pascoli questa autonomia differenziata, messa in orbita da Roberto Calderoli e votata dai colleghi, per la Sardegna ancora “quasi un continente”, ha l’aria del dejà vu, di qualcosa già visto. Insomma di un’altra fregatura. Autonomia differenziata non suona bene, è tutto e niente; per capire chi vince e chi perde (perché anche questa partita non finirà in parità) bisognerà attendere i dettagli ma l’orditura sembra più da telaio lombardo-veneto che sardo. Tesse chi ha più lana come pure vincono la gara le Regioni già avanti, mentre altre, tra cui la Sardegna “tosata” mutuando Francesco Masala, non sono neppure partite. Le condizioni devono essere belle chiare; i percorsi, gli orari e le tappe scritte a lettere di bronzo. Fidarsi per i sardi non è mai stato un buon affare. Il passato non è mai passato, ritorna. Come l’opera somma di Calderoli “Muta Mutanda” (ispirato al latino “Mutatis mutandis) dall’incipit indimenticabile: cambia ciò che deve essere cambiato. Allora era secessione tarata, oggi autonomia differenziata. Cambiano i sostantivi, la sostanza chissà!

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