P iù che per il numero delle vittime (di quelle altrui ci si fa orrendamente in fretta una ragione) questo terremoto ci resterà impresso soprattutto perché il Marocco ha accettato l’aiuto di soli quattro Paesi: Spagna, Gran Bretagna, Emirati, Qatar. La mano tesa da tutti gli altri non è gradita.

È un gesto molto insolito e nel complesso risulta offensivo. Abbiamo fresco il ricordo della prima botta del Covid, dello smarrimento e del terrore che ci assalirono e anche della nostra gratitudine verso chi veniva ad aiutarci: la brigata medica cubana, i dottori dall’Albania, i tedeschi che prendevano nelle loro terapie intensive i nostri moribondi (poi ci sarebbero quei furbastri dei russi, ma è una storia a sé) e possiamo immaginare quanto fece bene a quei Paesi aiutarci, perché quegli insoliti fiotti di fratellanza che una tragedia lascia zampillare dissetano anche e soprattutto chi compie un gesto generoso. Con questo atteggiamento più nordcoreano che mediterraneo, con questa sua alterigia del lutto il Marocco ci spiazza. Prima di alzare le spalle e tornare alle cose nostre potremmo fare due cose. Ricordarci di non confondere i marocchini con il loro re e il loro governo. E poi chiederci come mai, in un mondo freneticamente connesso dai social e dal giornalismo, non avessimo idea che un Paese così vicino fosse diventato così distante.

© Riproduzione riservata