“G uagliò, simmo tutte portualle” che per i napoletani sono le arance. Una nave nel golfo di Napoli perse un carico di portualle che finirono a mollo con ogni altro tipo di mercanzia: dalla confusione nasce la convinzione “siamo tutti arance”. In questo Paese, pardon Nazione, passa per portualle anche chi non lo è mai stata. Prendete i medici che si sono vaccinati contro il Covid obbedendo alla scienza e i pochi altri che si sono rifiutati, i no vax in camice bianco messi in quarantena da Mario Draghi. Il governo di Giorgia Meloni li ha condonati, tutti liberi. Non importa che sia giusto o sbagliato, preoccupa che possa passare l’idea che il Covid sia stato tutto uno scherzo e la campagna vaccinale un diversivo. Stesso discorso tra il cittadino onesto che ha sempre pagato persino la tassa sul passo carrabile e l’altro che delle tasse si è fatto un bel quadretto. Alla fine tutte e due portualle per decisione governativa. Uno paga e l’altro se la canta con Gigi Proietti “na pernacchia e finalmente na risata”. Di benefit fiscali spesso definiti in modi fantasioso “strappacartelle”, scudo fiscale e sanatorie dal 1861 ad oggi ne sono stati fatti 82, uno ogni due anni. Giorgia Meloni sta per proporre il buono numero 83 valido per qualche migliaia di euro. Chi ha pagato togliendosi anche il pane dalla bocca, si consoli: “simmo tutte portualle”.

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