Cessate il cuoco
Caffè Scorretto
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C erto che viviamo in un mondaccio strano. In Italia Borghese e Briatore non hanno ancora finito di lamentarsi dei sindacalizzatissimi giovanotti odierni, una sfilza di Chef Guevara che prima di mettersi ai fornelli si informano sul weekend libero, ed ecco che in America espellono un cuoco che pure aveva voglia di lavorare. E il suo datore di lavoro non se la passa meglio: non verrà cacciato, ma oltre che il fine settimana ha fin troppo liberi pure gli altri giorni.
Il tipo in questione si chiama Anatoly Antonov, di lavoro fa l’ambasciatore russo negli Usa e trascorre le giornate nel silenzio di certe domeniche da solo, neanche un pope per chiacchierar. I politici americani non vogliono più avere a che fare con lui – si è lamentato in un’intervista a Politico – e con Putin non ha contatti da cinque anni: “E perché dovrei parlarci? Per dare all’Fbi la possibilità di ascoltare tutto quello che mi dice?”. Non solo: a suon di espulsioni il personale di servizio è passato da 1.200 a 130 persone e ora Antonov si chiede “quali problemi può creare il cuoco” alla sicurezza degli Stati Uniti. Siamo ancora pervasi di spirito pasquale: fategli uno squillo, mischinetto, e dettategli qualche ricetta. Se poi vi intercetta l’Fbi, magari è la volta che gli americani imparano a non ridurre gli spaghetti a colla per manifesti (ce ne vuole di pazienza per restare quietamente nella Nato, certe volte).