È un momentaccio, per la grandeur francese. Si sa che, soprattutto dalle parti di Parigi, i vicini di casa se la “tirano” molto, ma queste Olimpiadi ci fanno riconsiderare il posto attuale, nella scala evolutiva, di una Francia un po’ smarrita.

Qual è il simbolo di Parigi? La Torre Eiffel, certo, ma anche il fiume che attraversa quella meravigliosa capitale: infatti hanno deciso di farvi immergere triatleti e nuotatori. La delegazione femminile belga ha detto «no grazie»: una loro atleta si è beccata l’Escherichia coli dopo aver nuotato nella Senna inquinata dalle fogne parigine. Tu guarda che schizzinosa. È un po’ come se l’Italia avesse organizzato un’Olimpiade negli anni Ottanta facendo competere gli atleti di sport acquatici nel Canale di Mammarranca: una gara di sopravvivenza, roba da reality. Nessuna medaglia: il premio è non morire.

Con un’organizzazione così, gli atleti possono stare freschi. Anzi, no: c’è un caldo micidiale, nei quartieri generali delle nazionali olimpiche, perché gli organizzatori non si sono accorti che è estate e non hanno installato i condizionatori. Così il nostro nuotatore medaglia d’oro Thomas Ceccon s’è messo a dormire su una panchina, come un francesissimo clochard. E poi c’è un ottuagenario presidente della Repubblica italiana, lasciato sotto il diluvio alla cerimonia d’inaugurazione. ‘Sti francesi sono fuori di Senna.

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