L e scemenze come le bugie hanno gambe deboli e corte. Prima o poi crollano ma restano nella memoria i progetti rozzi di infrangere e mortificare i diritti della Sardegna, oggi come ieri. Come sempre. Certi inquilini dei piani bassi di Palazzo Chigi avevano preteso che i residenti nell’Isola si recassero a Roma (insieme ai laziali e ai residenti all’estero) per sostenere la prova preselettiva del concorso di formazione per il reclutamento di 294 dirigenti. A stretto giro di posta due parlamentari sarde, Francesca Ghirra e Alessandra Todde, protestano con Roberto Calderoli che ordina la retromarcia. Sassari e non più Roma. Giusta la protesta e tempestivo l’intervento del ministro. L’affronto, modesto rispetto ad altri ben più pesanti, a noi sardi- sospettosi ma non fessi- fa scattare il dubbio che il malvezzo di considerarci ancora “stranieri in terra anzena”, occupi un angolo del cervello inutilmente spazioso (copyright Fortebraccio) di qualche “italioto” come l’intellettuale Cicitu Masala usava stroncare i falsi amici della Sardegna. Il padre della cretineria confessi la “svista”, chieda scusa e si tolga di mezzo e il presidente Christian Solinas ora e sempre pretenda rispetto e dignità per i cittadini della sua e della nostra Sardegna. Si dice che il sardo si frega una volta sola ma non è esatto: per bene che vada tentano di fregarlo ogni giorno.

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