A Boccia ferma
P ensandoci con calma: ma quelli che si scandalizzano e vanno dai Pm perché Boccia stava in auto blu e a tavola con Sangiuliano senza avere titolo (se non affettivo-amicale-erotico, vedano loro), hanno capito che se Sangiuliano l’avesse accontentata dandole quell’incarico immeritato, oggi non sarebbe indagato e magari sarebbe ancora ministro? Un lato assurdo di questa storia è che se tu presenti la tua amante come una componente del tuo staff, rischi l’imputazione per peculato. Se invece la nomini davvero consulente, con quella firma hai messo tutto a posto. Almeno dal punto di vista legale, visto che sul rapporto fiduciario fra una plurilaureata (che magari non lo era) e un ministro (che di certo non lo doveva diventare) è complicato mettere becco.
E chi oggi a sinistra si indigna all’idea che Arianna Meloni abbia stoppato quella consulenza, e chi a destra si controindigna e smentisce a tutta birra, non si rende conto che nel caso avrebbe fatto benissimo?
E chi sbuffa perché non ne può più dei selfie dentati di Boccia e delle lacrime di Genny e avverte che «il Paese merita di occuparsi di cose più serie», con il cipiglio di quello interrotto mentre tentava di rileggersi in santa pace Schopenhauer, si rende conto che fino al giorno prima parlavamo solo di Vannacci e che presumibilmente da domani, porca miseria, si ricomincia?