La polisportiva di Allai si ritira dal campionato di Seconda categoria. Troppo alti i rischi di contagio in un periodo di emergenza come questo. Ma oltre al ritiro della squadra la polisportiva ha fatto un passo ulteriore. Con una lettera inviata alla Figc regionale chiede infatti con forza l'annullamento dei campionati.

Quella della Polisportiva Allai è una storia iniziata 40 anni fa e questa è una realtà che in un piccolo paesino di 356 anime significa non solo sport ma anche aggregazione. Ora decidere di ritirarsi non è stato semplice. Eppure è stata una scelta inevitabile, totalmente condivisa anche dal sindaco Antonio Pili.

Nella lettera indirizzata ai vertici della Figc regionale e inoltrata anche a sindaco e Giunta, il presidente Daniel Fadda fa un'analisi della situazione. Si evidenzia come il calcio sia "lo sport di contatto per eccellenza". E si chiarisce: "Durante le fasi di gara non è possibile rispettare le prescrizioni minime che consentono un abbattimento del rischio contagio". E ancora evidenzia: "Siamo convinti che il calcio dilettantistico diventerà uno dei maggiori veicoli di contagio nella società italiana proprio perché non è possibile rispettare le regole base del distanziamento. E questo accadrà perché qualcuno ha consentito lo svolgimento di questo campionato e qualcuno non ha fatto niente per cessarlo".

Tanti i timori, a iniziare da quello di essere contagiati e "di essere vettori per il virus che magari viene trasferito ad un genitore, un nonno, ad altri familiari con patologie". Ma non solo. Si temono contagi che inevitabilmente fanno scattare quarantene e conseguenti chiusure di attività. E poi spaventano anche i "rischi di carattere penale a cui potrà incorrere il legale rappresentante per mancata attuazione dei protocolli". La richiesta della piccola polisportiva è quella "di una forte assunzione di responsabilità annullando lo svolgimento dei campionati in attesa che la situazione sanitaria sia risolta definitivamente con presenza di vaccino e cura adeguata".
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