In questo periodo sospendiamo l'oroscopo. Dal 28 stiamo cercando di sostituirlo con un piccolo diario semi-serio di una giornata tipo in casa, ai tempi del coronavirus, per continuare a trovarci col consueto appuntamento del mattino.

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Ma che giorno è oggi?

Da quando siamo smart worker, tutti i giorni sembrano uguali. Non abbiamo orari né impegni all'esterno e questo ci fa in un certo senso perdere la cognizione del tempo. Oggi ho sfogliato il calendario per stracciare, appallottolare e cestinare il mese di marzo. Ed ecco il primo aprile.

I pensieri corrono al passato, al presente un po' pesante, al futuro molto incerto.

Questa data è sempre stata il giorno dello scherzo, del pesce d'aprile. Quante ne abbiamo combinate da ragazzini, a scuola, ad attaccare il cartello con due belle orecchie d'asino sulla schiena del compagno un po' "babbione", a raccontare in tono serissimo storie inverosimili su "quella che si è messa con quello", "non lo sapevi?", "no! quella è la fidanzata di quell'altro...", "ma quella va con tutti": sentenza che diventava condanna da scontare ben oltre il primo di aprile.

Per quel giorno ci si preparava a chi la sparava più grossa. Era il primo aprile per tutti eppure c'era sempre qualcuno che se lo dimenticava e ci cascava come niente, diventando il bersaglio preferito per almeno una settimana.

Oggi il primo aprile è arrivato scivolando da un mese di marzo mai visto, non dalle ultime generazioni. Questo marzo ci ha fatto vivere una condizione inaspettata e nuova: incredulità, paura, impotenza, disagio.

In pochi giorni ci siamo dovuti abituare ai bollettini di morte che non avevamo mai notato prima, sebbene nei Paesi in guerra fossero quotidiani e a volte con cifre anche maggiori di queste; e quand'anche li abbiamo ascoltati e commentati, l'abbiamo fatto distrattamente, perché certe cose accadono altrove, toccano altri e non noi, così civilizzati, così democratici. E invece di veramente democratico abbiamo scoperto un virus, una bestia incolore, inodore, invisibile. Un nemico che colpisce a tradimento e mette all'angolo chiunque trovi nei paraggi.

Le generazioni passate, nonni e bisnonni, hanno conosciuto lo sfacelo di guerre e distruzione, e anche altri virus, ma questa è una guerra quasi più subdola, è una guerra diversa: silenzionsa, combattuta da gente operosa e valorosa, ma impari. Non c'è distruzione né macerie. C'è però qualcosa di pesante e insopportabile, come l'incognita del futuro che grava sui pensieri quotidiani di genitori e figli.

Primo aprile 2020 e non c'è da scherzare; nessuno lo farà neanche sui giornali, che facevano a gara a chi pubblicava la bufala più credibile e incredibile. Sarà che il coronavirus ce ne ha regalate tante, di bufale, che non hanno più senso nemmeno quelle innocue del primo d'aprile. Quel che stiamo vivendo è tutto drammaticamente vero, da superare e soffocare ogni più fervida immaginazione.

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