"È nata una star". Parola di Rocco Siffredi.

La nuova Moana Pozzi è una 19enne cagliaritana, studentessa universitaria, con un nome d'arte scelto da lei: "Mi chiamo Martina Smeraldi", attacca davanti alle telecamere, e racconta che il suo sogno di diventare attrice pornografica risale a circa un anno fa. "Ma già a 11 ho avuto le mie prime esperienze con molti ragazzini”. A 12 “il primo rapporto completo”. Affermazione che ha fatto impallidire persino Siffredi, suo intervistatore d’eccezione.

Per cominciare la carriera di pornostar entrerà proprio nell’accademia del noto attore, regista e produttore porno. “Voglio fare questo lavoro perché mi piace il sesso e mi piace essere vista”.

Mora, capelli lunghi, occhi grandi ben sottolineati dal trucco, le labbra rifatte racchiudono una dentatura perfetta. L’abitino lamé argento con sottili spalline scopre un décolleté quasi acerbo. Altezza non pervenuta. In tutto diversa dalla statuaria Moana nazionale, da molti apprezzata e non solo per le sue qualità di attrice. “Era un bel cervello”, dicono ancora di lei.

Anche la Moana “de noantri” ha una sua personalità, ma dovrà calcare molti stage prima di somigliare all’altra, della quale è determinata a seguire le orme anche contro il volere dei genitori: “Mia madre non è molto contenta, ma lo accetta”, dice a Siffredi davanti alle telecamere. “Mio papà invece non mi parla, ma gli passerà”. Non dev’essere facile, per loro, accettare che l’unica figlia si cimenti in un mestiere come questo, ma lei non molla. “Non possono farci nulla”.

Le domande che Rocco pone non sono incalzanti, a tratti è imbarazzato, paterno e paternale, ma va diretto: “La prima volta a che età, completo?”. “Allora…completo a 12”, è la risposta. E a lui scappa un “Azz…!”. Lei ride, a proprio agio. Poi racconta che ha fatto molte esperienze. Un unico fidanzato, lasciato perché “c’era molta intesa sessuale ma… mi piace cambiare”. Rocco le chiede: “All’università quanti ne sono rimasti?”, e lei risponde divertita: “Non mi fanno impazzire i ragazzi dell’università, però…”.

Al primo anno di Scienze e servizi giuridici, probabilmente ha già rinunciato a diventare consulente d’impresa o avvocato.

(Unioneonline)
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