Sono circa 8mila gli emendamenti presentati nei giorni scorsi al decreto “Rilancio”, che si trova in prima lettura alla Camera, un vero e proprio record numerico nella storia parlamentare. Fra queste, anche le due proposte del sardo Andrea Frailis (Pd): con un emendamento all'articolo 93, il deputato propone al governo una modifica della disciplina sui contratti a termine, rendendo possibile fino al 30 agosto 2020 la proroga o il rinnovo dei contratti subordinati anche con durata superiore ai sei mesi. Un intervento che Frailis ha ritenuto necessario per sostenere la riapertura e la riorganizzazione delle attività, e per incentivare almeno per i mesi estivi le assunzioni. Il secondo emendamento è rivolto alle emittenti radiofoniche, per le quali Frailis propone un credito d'imposta al 50%, per il 2020, sulle spese per i servizi di fornitura di energia elettrica. «Il sistema radiofonico è uno tra i settori maggiormente colpiti dall'emergenza», ha detto Frailis, con una perdita stimata di investimenti intorno al 18%, superiore alla media di mercato: «Nonostante ciò il mezzo radiofonico continua comunque a rendere il proprio servizio di informazione puntuale, qualificato ed essenziale agli utenti», e andrà quindi sostenuto per garantirne la tenuta.

I lavori al Senato. Mentre il Parlamento si prepara a iniziare l'iter di conversione del decreto “Rilancio”, nelle Aule è proseguito il lavoro sugli altri testi del governo dedicati all'emergenza Covid: giovedì il Senato ha approvato in via definitiva il decreto “Liquidità”, dopo circa due mesi di lavoro segnati da forti critiche sulle carenze burocratiche su cui, di fatto, si regge il provvedimento. A parlare in Aula il relatore del testo in commissione Finanze, Emiliano Fenu (M5S): «Contrariamente a quanto sostenuto dai colleghi dell'opposizione, abbiamo cercato di declinare in norma quelle che sono state le istanze provenienti dalle categorie e dai territori» ha detto, rivendicando i dati messi a disposizione da un comunicato congiunto di Banca d'Italia, ABI, MEF, Mise, Mediocredito Centrale e SACE, secondo cui al 15 maggio sarebbero state quasi 2,4 milioni le domande di moratoria su prestiti pervenute, pari a circa 250 miliardi, con circa l'84% delle domande che sarà accolto dalle banche.

La protesta di Deidda. A Montecitorio, nel frattempo, l'Aula è stata impegnata in una seduta fiume per il sì definitivo al decreto Scuola, su cui l'opposizione ha fatto sentire con forza la propria voce: «Questo Governo continua ad umiliare il Parlamento annunciando su Facebook i provvedimenti», ha denunciato il sardo Salvatore Deidda (FdI), che ha colto l'occasione per contestare le scelte di comunicazione dei ministri. «Trovo veramente sconveniente che mentre noi stiamo qui discutendo degli ordini del giorno sulla scuola, il ministro Azzolina comunichi alla stampa che saranno stanziati 4 miliardi per riaprire le scuole a settembre - ha spiegato -. Il Premier doveva venire qui, dopo la riunione con le regioni, ad annunciare che le scuole saranno riaperte a settembre».

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