Scrivere un progetto di Paese in cui il nostro capitale territoriale possa concorrere a pieno a un percorso di sviluppo di qualità equilibrato, orientato a valorizzare e a preservare la nostra diversità ambientale, sociale e territoriale. Deve essere questo l'obiettivo delle istituzioni secondo quanto affermato dalla deputata sarda del Partito democratico Romina Mura in Aula alla Camera, durante la discussione sulle mozioni di Enrico Borghi (Pd) 1-00312 e Ugo Parolo (Lega) 1-00316 sullo sviluppo delle aree interne, rurali e montane, iniziata oggi. "Con la nostra mozione proviamo a dare un contributo di idee, ma soprattutto a indicare una direzione e a chiedere che si imprima una netta accelerazione per l'attuazione di tutta una serie di misure per le aree marginali, molte delle quali sono già in vigore", ha spiegato Mura. "Bisogna incidere sulle risorse regionali per la coesione territoriale nel ciclo di programmazione europea 2021-2027, così come è stato fatto per le aree metropolitane e per le aree urbane, insistendo sulla governance di queste realtà e provando a incentivare le buone prassi locali che ci sono nel nostro Paese: ci sono diversi piccoli comuni in cui si sono sviluppate delle sperimentazioni per promuovere la residenzialità, per incentivare l'insediamento di attività produttive, per la natalità". "Io credo che ci siano altri due elementi su cui dovremmo lavorare", ha concluso la dem. "Uno è relativo alla revisione del quadro normativo relativo agli aiuti di Stato, nel senso di allentare i vincoli laddove gli investimenti siano orientati all'innovazione e alla riconversione produttiva green. E inserire anche un ulteriore tassello", ha infine spiegato, cioè "che i vincoli relativi agli aiuti di Stato siano adeguati e proporzionati rispetto al territorio in cui si interviene". L'intervento di Romina Mura ha incontrato il consenso del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, che rappresentava il governo in Aula durante la discussione: "È vero quanto detto dall'onorevole Mura", ha sottolineato Provenzano, "e cioè che bisogna guardare l'Italia dal punto di vista delle aree marginali".

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