Si sbaglia di grosso chi pensa che l’orecchio sia solo un organo estetico capace di captare e rielaborare i rumori.

Il padiglione auricolare nasconde infatti un concentrato di innervazioni che, attraverso l’agopuntura, consentono di curare diverse patologie: sciatalgia, artrosi lombare e cervicale, per citarne alcune.

Si sa dagli anni ’50, ma oggi l’argomento torna in auge dopo i fatti di Uta, dove due settimane fa un cane con un morso ha reciso di netto l’orecchio sinistro di un tredicenne.

Il ragazzino è stato poi sottoposto al reimpianto del padiglione auricolare recuperato da terra da suo fratello. «Il ragazzo non avrà problemi all’udito e, considerata la giovane età, anche dal punto di vista estetico è probabile che il reimpianto eseguito al Policlinico di Monserrato dall’equipe del professor Roberto Puxeddu porti a una soluzione molto brillante», rassicura Riccardo Laria, medico esperto di agopuntura e auricoloterapia, tra i pionieri della disciplina in Sardegna.

Lo specialista però avverte: «Quello che non si potrà mai recuperare è l’innervazione, ossia la parte che consente di utilizzare l’orecchio nell’agopuntura e nell’auricoloterapia per trattare patologie di tutto il corpo».

La scoperta risale alla metà del Novecento, «quando - continua Laria - Paul Nogier, medico francese, individuò nell’organo tanti piccolissimi punti, ognuno corrispondente a organi del corpo, sia esterni che interni.

Tutti i punti hanno una differenza di potenziale elettrico che può essere rilevato da un apparecchio in grado di localizzare le malattie in seguito all’accensione di una lampadina».

Tutte le patologie, dolori reumatici in particolare, «una volta individuate possono essere trattate con cerottini nel punto dell’orecchio corrispondente alla zona indolenzita». Funziona? «Lo dice la scienza, e se non funzionasse i pazienti di certo non si rivolgerebbero a noi specialisti», risponde Laria che si occupa di agopuntura da 45 anni.

Considerata l’importanza dell’orecchio, sostiene lo specialista, «bisognerebbe anche rivalutare le tabelle risarcitorie in sede medico-legale, oggetto di una pubblicazione scientifica presentata da me e dal compianto professor Alessandro Bucarelli nel 1982 al convegno della Società italiana di Medicina legale e delle assicurazioni».

Tradotto: «In caso di danno irreversibile all’orecchio, in seguito a incidenti sul lavoro, o lesioni di altra natura, bisognerebbe riconoscere al danneggiato un risarcimento più alto rispetto a quello ora previsto. Per ottenerlo gli avvocati delle vittime devono sempre tenere ben presente che il loro assistito perde un organo che consente di eseguire diagnosi e terapie».
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