"Abbasso la pressione. Misurarla bene per curarla meglio" è lo slogan di una campagna promossa da Alfonso Dessì, già primario cardiologo all'Inrca (Istituto nazionale di ricovero e cura per gli anziani), col patrocinio del Rotary club di Cagliari, per migliorare il controllo della pressione arteriosa riducendo l'incidenza delle complicanze cardiovascolari provocate dall'ipertensione.

La pressione è quella esercitata dal cuore, quando pompa il sangue sulle pareti dei vasi. Non è un valore costante: si modifica con le pulsazioni e varia durante l'arco della giornata, con un picco nelle prime ore dopo il risveglio. È una buona norma di prevenzione sottoporla a sorveglianza costante, perché una pressione arteriosa alta può riservare brutte sorprese di tipo cardio e cerebrovascolari: infarto, ictus, scompenso cardiaco, insufficienza renale, aneurismi dell'aorta e demenza senile.

LE CONDIZIONI OTTIMALI - Misurata in millimetri di mercurio (mmHg), la pressione sanguigna è, in prevalenza, una malattia delle piccole arterie, causata da un innalzamento dei valori pressori al di sopra di una soglia oltre la quale le complicanze aumentano in maniera esponenziale.

"La condizione ottimale, in un individuo a riposo - precisa Dessì - è di 120 per la pressione massima e 80 per la minima. Nelle linee guida internazionali, la soglia è stata stabilita in 140/90, (150/90 negli anziani): oltre questi valori si va verso la terapia farmacologica".

CONTROLLI: DATI NEGATIVI - "Misurarla è un'operazione semplice, che richiede pochi minuti, eppure la maggior parte delle persone non lo fa o lo fa male" spiega Dessì. Risultato? "Il 40% della popolazione è ipertesa; addirittura il 50% dopo i 65 anni, perché con l'età le arterie si induriscono e la pressione sale. Dalle indagini che ho promosso già negli anni Ottanta, fra migliaia di persone che si sottoponevano a check up presso il centro anziani dell'Inrca è emerso che solo il 30% era ben controllata. Oggi la situazione non è cambiata". Il risultato di questa diffusa disattenzione, per un grave problema della salute, è che circa 1 miliardo di individui, nel mondo, soffrono di ipertensione "e una buona parte lo ignora".

LE CAUSE DELL'IPERTENSIONE - All'origine dell'ipertensione possono esserci fattori genetici, alimentazione sregolata ricca di grassi e sale, obesità e patologie renali o endocrine. Sono considerati elementi di rischio il diabete mellito, l'ipercolesterolemia, il fumo, la familiarità, le arteriopatie periferiche, l'iperomocisteinemia (concentrazione elevata nel sangue di un amminoacido, l'omocisteina). Riguardo alle origini, esiste l'ipertensione essenziale, della quale non si conoscono le cause specifiche e quella secondaria, originata da malattia renale primitiva, o da disturbo endocrino (ad esempio, le ghiandole surrenali che funzionano male). Rilevante la familiarità: alcuni studi sulla muscolatura cardiaca hanno dimostrato che i figli degli ipertesi hanno molte probabilità di sviluppare ipertensione.

I RIMEDI - Come si fronteggia l'aumento di pressione? "È necessario, in primo luogo, adottare un corretto stile di vita, cioè non mangiare troppo e privilegiare i cibi sani, non fumare, fare attività fisica. In pratica, evitare i fattori di rischio. Poi ci sono i farmaci, soprattutto se il paziente ha già patologie importanti del sistema cardiovascolare o è diabetico". Esiste oggi un ampio spettro di prodotti, composto da diuretici, betabloccanti, calcioantagonisti, ace inibitori e alfalitici, usati singolarmente o combinati fra loro. Ma, a volte, i pazienti ne hanno paura. "Tutti i farmaci sono (anche) veleni - chiosa Dessì - ma è molto più pericoloso non usarli".

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