I big Cinque Stelle si scaldano per la corsa al nuovo direttorio a 5, ma intanto un papabile si è fatto da parte. In una diretta Instagram, Alessandro Di Battista ha chiarito non solo di non avere intenzione di candidarsi "per la guida collegiale", ma di essere proprio uscito definitivamente dal Movimento, di non voler capitanare scissioni o creare correnti e partiti.

Chiara la sua idea sul governo: "Un'accozzaglia indecorosa, un pericoloso assembramento parlamentare. Non ho le prove, ma sono sicuro che Gianni Letta sia l'artefice del governo Draghi".

Mentre cominciano le grandi manovre per chi occuperà i vertici, partono le procedure per le espulsioni dal Movimento dei parlamentari già fatti fuori dai gruppi di Camera e Senato, dopo aver votato no o essersi astenuti sulla fiducia al governo Draghi.

Non filerà tutto liscio: molti dei "cacciati" hanno annunciato ricorso, ed è il consiglio che Di Battista ha dato a tutti gli espulsi. "Sono convinto che la grande maggioranza degli iscritti voterebbe contro le espulsioni se interpellata su Rousseau", ha detto.

Nella sua diretta Di Battista ha anche affermato che era pronto ad entrare in un Conte ter senza Renzi. "Avevo dato la disponibilità perché mi è stato chiesto, ma quando è rientrato Renzi mi sono fatto da parte perché non voglio avere nulla a che fare con questa persona. Quello dei responsabili era un compromesso che avrei accettato per sbarazzarsi del renzismo".

Per il direttorio a cinque - che dovrà ereditare dal capo politico Vito Crimi le redini del Movimento - ancora non ci sono candidature ufficiali. Nei giorni scorsi si erano fatti i nomi anche dei senatori Barbara Lezzi e Morra, poi espulsi e quindi, a logica, esclusi dalla corsa.

Mentre si vocifera che possano farsi avanti gli ex ministri Danilo Toninelli e Lucia Azzolina, come anche la vicepresidente del Senato Paola Taverna e l'eurodeputato Dino Giarrusso.

(Unioneonline/L)
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