È scontro aperto tra governo e Regione Sardegna sul nodo degli accantonamenti.

Ieri il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge regionale numero 15 del 2019, la variazione di bilancio approvata dal Consiglio ad agosto.

Si tratta di una manovrina, la terza della Giunta Solinas che ha deciso di destinare i 285 milioni non dovuti per la copertura del disavanzo della sanità sarda, dopo la sentenza della Corte Costituzionale di gennaio, secondo la quale quella somma appartiene all'Isola e lo Stato non avrebbe dovuto trattenerla per il ripianamento del debito pubblico.

"I 285 milioni sono previsti nel nostro bilancio per il semplice fatto che sono un'entrata certa perché sugli accantonamenti del 2018 la Corte si è espressa con estrema chiarezza", ha dichiarato l'assessore Giuseppe Fasolino.

"Se pensano di intimidirci sbagliano di grosso", ha aggiunto, "siamo disposti a far valere il credito liquido ed esigibile che vantiamo verso lo Stato con tutti i mezzi a disposizione, pignoramenti compresi. E se il governo non ha copertura, la trovi, cessi questa politica delle liti temerarie, pagate dai cittadini, e non si azzardi a fare cassa sulla pelle dei sardi".

Tre giorni fa, poi, lo stesso assessore aveva scritto al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri per rinnovare la richiesta di un confronto in cui definire un accordo sulla quota del contributo dovuto dalla Sardegna. Ieri il governo ha risposto con l'impugnazione.

(Unioneonline)
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