La Regione Sardegna non molla la presa sulla vertenza accantonamenti.

Oggi l'assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino ha scritto al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri per rinnovare la richiesta di un confronto per trovare un'intesa sulla quota del contributo dovuto dall'Isola per il ripianamento del debito pubblico.

Parliamo del solito credito che vanta la Regione: 285 milioni "versati ma non dovuti". come stabilito dalla stessa Corte Costituzionale che ha invitato le due parti a trovare un accordo.

Il discorso era stato avviato dalla Giunta Pigliaru e riproposto da quella Solinas al primo governo Conte. La trattativa si è bruscamente interrotta quando Salvini ha fatto cadere l'esecutivo gialloverde.

Un confronto - scrive Fasolino nella missiva inviata per conoscenza anche al premier Conte - "fondamentale in considerazione dell'imminente predisposizione da parte della Regione dei documenti finanziari inerenti la propria manovra di bilancio per gli anni 2020-2022".

Il premier su questo nodo si era espresso lo scorso 2 ottobre in occasione della cisita a Cagliari. La sua risposta fu evasiva: "Troveremo una soluzione compromissoria che confido sarà soddisfacente per entrambi", aveva detto, sottolineando che sono "in corso incontri presso la Ragioneria generale dello Stato" e che "i nostri tecnici elaboreranno delle proposte".

Se le proposte del governo nazionale, che fa melina da anni, ancora non ci sono, è chiara e nota quella della Regione Sardegna. Che, oltre a rivendicare quei 285 milioni che spettano all'Isola anche secondo la Consulta, chiede l'allineamento della quota di accantonamenti all'1,14% del Pil come accade per la Sicilia (in Sardegna attualmente è all'1,60%). Cosa che consentirebbe di riportare da Roma a Cagliari 153 milioni, riducendo la quota di concorso dell'Isola alla finanza pubblica da 535 a 382 milioni.

(Unioneonline/L)
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