Ormai è scontro aperto nel Movimento 5 Stelle tra il vicepremier Luigi Di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico.

Tema del contendere, questa volta, è l'espulsione della senatrice Paola Nugnes, decisa su indicazione di Di Maio. La Nugnes era una delle voci più importanti del dissenso interno al Movimento, soprattutto sul tema migranti.

"Nugnes ha votato in contrasto col gruppo 131 volte e non ha votato l'ultima fiducia sul decreto crescita", si legge sul blog M5S.

In molti chiedono le dimissioni della senatrice da Palazzo Madama, cosa che non sembra essere all'ordine del giorno per la Nugnes, che approderà nel gruppo misto con Gregorio De Falco (come d'altronde aveva anticipato già prima dell'espulsione) e continuerà a far sentire la sua voce.

Attacca, la senatrice: "Se il criterio su cui si basa l'invito alle dimissioni è la fedeltà al programma e ai principi del Movimento, deve dimettersi qualcun altro, causa principale della perdita di sei milioni di consensi". E ancora: "Mi possono espellere dal gruppo, ma con gli indipendenti rappresenterò comunque il Movimento del 2009, quello che una concezione aziendalista vorrebbe rottamare assieme a tanti principi e ideali".

La senatrice poi richiama la Casellati: "Prenda posizione, mi hanno espulso in aperto contrasto con l'articolo 67 della Costituzione, secondo cui l'eletto esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".

E interviene Roberto Fico, da sempre vicino alla Nugnes, in quello che è un vero e proprio intervento a gamba tesa contro Luigi Di Maio: "Lei farà sempre parte del Movimento, perché il Movimento è un sentire, niente può cancellare 12 anni di lavoro. Se M5S è qui oggi è anche grazie a lei e non si può far finta di non vederlo".

Si fanno intanto sempre più risicati i numeri dei gialloverdi al Senato, come si è visto proprio con l'approvazione del decreto crescita, passato con 158 voti, tre in meno di quelli necessari per ottenere la maggioranza.

(Unioneonline/L)
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