Massimo Zedda può dare un segnale di riscossa del centrosinistra anche nel panorama nazionale: parola di Pippo Civati.

L'ex deputato di "Possibile", oggi a Cagliari per presentare al teatro Massimo il suo libro dedicato alla figura di Liliana Segre, non rinuncia a qualche considerazione politica sulla campagna elettorale per le Regionali sarde, e non solo.

"Zedda è un amministratore di grande qualità - dice - e del suo progetto mi piace soprattutto il fatto che sia aperto, basato sulla collaborazione di varie forze politiche. Col Pd degli ultimi anni avevamo un po' sofferto di claustrofobia".

Sul piano nazionale, nettamente negativo il giudizio su Matteo Salvini ("un commissario in divisa che si installa per una settimana in Sardegna come se fosse un suo protettorato"), ma anche sul Movimento 5 Stelle: "Con il no all'autorizzazione a procedere per Salvini di fatto è stato sciolto il M5S, almeno per come era stato promesso, ossia un movimento attentissimo alla legge, alle regole e alla democrazia. Hanno fatto un pasticcio enorme".

«C'è vita anche fuori dal Parlamento», sorride Civati. E c'è politica, anche senza ruoli istituzionali. "E ho avviato un'attività editoriale», dice di sé, quasi con stupore: «Faccio l'imprenditore, chi l'avrebbe mai detto».

Ma continua a fare politica.

«Infatti sono qui con Thomas Castangia, ho attraversato l'Isola per Maria Laura: uno può dimettersi da una segreteria di partito, non dal ruolo di cittadino appassionato. Fa bene a tutti stare un po' fuori dalle stanze del potere».

Perché? Quali benefici offre?

«Se hai più contatti reali, senza codazzo e tv, cogli di più certe cose. Oggi eravamo in una falegnameria: si parla tanto delle esigenze delle imprese, lì le capisci meglio».

La sinistra non ha più punti di riferimento. Da dove ripartirà?

«Beh, l'esperimento di Zedda è interessante perché è molto più aperto e plurale di altre volte. Un centrosinistra che ritorna a fare il centrosinistra, dopo la fase renziana».

Può essere un esempio anche a livello nazionale?

«Non credo che i sardi voteranno pensando al quadro nazionale, c'è già un ministro dell'Interno che arriva e fa tutto lui, anche il presidente, dato che il suo candidato non è rilevato dai radar. Commissaria l'Isola come fosse un suo protettorato. Però se Zedda vincesse sarebbe un insegnamento per tutti».

Perché crea tante speranze?

«Anzitutto è un buon sindaco, io lo conosco da molti anni. E poi rispetta le diverse sensibilità del nostro campo, mentre altri dicevano: se non sei d'accordo sei fuori».

Ma è realistico ricreare una sinistra forte senza il Pd?

«No. Era necessario provarci quando il Pd stava al governo con politiche e alleati sbilanciati a destra. Ma il 4 marzo è stata una dura sconfitta per noi. Era una sfida difficile ma dovevi giocarla all'attacco, non per salvaguardare un ceto politico. In Sardegna fu candidato un modenese... Leu è stato un disastro».

Una segreteria Zingaretti, nel Pd, aiuterebbe?

«Non partecipo al congresso Pd, che per altro dura da un anno e sembra non finire mai, però lui è il più aperto ai discorsi che facevo prima. Purché non faccia l'errore di pensare alla burocrazia più che alle proposte: i delusi dal M5S non tornano da noi se non gli si offre un'alternativa valida».

Lei iniziò con Renzi, poi lo criticò aspramente. Ora che è travolto dai guai giudiziari dei genitori, che effetto le fa?

«Mi fa tenerezza e mi dispiace molto. Politicamente ci siamo detti cose tremende, ma ora vedo una ferocia verso di lui per vicende tutte da dimostrare e in cui non è coinvolto personalmente. Sento qualcuno dire: noi abbiamo Salvini, voi il padre di Renzi. Non è la stessa cosa».

Cosa pensa del no del M5S al processo contro Salvini?

«È un pasticcio gigantesco, quel voto ha di fatto abolito il M5S. Almeno come Movimento attento alla legge e alle regole. Ormai sono dei seguaci di Salvini. Leghisti aggiuntivi».

Pensa che la Lega abbia vinto il derby interno al governo?

«Fin dai primi giorni. Su migranti, legittima difesa e altri temi strategici i 5Stelle non hanno battuto un colpo».

Giuseppe Meloni
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