Se ne sente parlare di frequente e spesso con riferimento al mondo hacker, che l’avrebbe scelta come "moneta" di riferimento per i "riscatti", come nel caso dei creatori di Wannacry, il malware informatico che ha colpito i computer di mezzo mondo lo scorso maggio.

Eppure è molto più di questo, un fenomeno planetario che ha aumentato la sua diffusione con il crescere della sfiducia dei consumatori nei confronti delle monete tradizionali, su tutte l’euro, accusate di aver perso potere d’acquisto e di essere lo strumento su cui esercitano le proprie politiche banche centrali e governi nazionali.

Dalla sua nascita, nel 2009, il bitcoin ha già fatto una lunga strada, tanto che negli Stati Uniti esistono non solo esercizi commerciali, ma anche asili privati che accettano pagamenti in questa moneta.

Francesco Piras - presidente dell’Associazione Bitcoin Sardegna con 20 anni di esperienza nel settore Information Retrieval - spiega a L’Unione Sarda come funziona questa moneta elettronica, che attira sempre più la curiosità degli abitanti dell’Isola.

Francesco Piras, presidente dell'Associazione Bitcoin Sardegna
Francesco Piras, presidente dell'Associazione Bitcoin Sardegna
Francesco Piras, presidente dell'Associazione Bitcoin Sardegna

LA MONETA "SENZA PADRONE" – "Il bitcoin è un sistema monetario, risultato di un processo di sviluppo perfezionato grazie all’inventore Satoshi Nakamoto, pseudonimo di una o più persone che hanno messo a punto un contante digitale trasferibile direttamente tra le parti senza intermediari", come per esempio le banche.

È proprio questa l’innovazione più importante: non esiste un ente centrale che controlla i bitcoin. Il loro utilizzo si fonda infatti su un database distribuito tra nodi di una rete (definito "blockchain" ovvero "catena di blocchi") e sfrutta la crittografia per la generazione e il trasferimento di valore attraverso Internet.

"Per farci un’idea possiamo fare un parallelo con ciò che è stato Internet venticinque anni fa", afferma Piras. "È stata la rete che ha cambiato il modo di creare e diffondere informazioni: allo stesso modo il bitcoin può essere definito l’'Internet della moneta', una rete senza confini territoriali, una sorta di contante digitale globale".

E, proseguendo nel paragone, come il World Wide Web nei suoi primi anni di vita ha avuto detrattori che lo accusavano di agevolare la pirateria o lo scambio di materiale pedopornografico, anche questa valuta digitale viene spesso sovrapposta al mondo hacker o a illeciti informatici. "Ogni giorno le monete tradizionali vengono utilizzate nell’ambito di diversi reati, ma nessuno si sognerebbe mai di puntare il dito contro il dollaro o l’euro", continua Piras.

"Le valute sono solo uno strumento, che può finire in cattive mani. Anzi, come nel caso dell’email, nel sistema bitcoin i diversi attori utilizzano ‘pseudonimi’, ovvero indirizzi per inviare e ricevere moneta, e tutte le transazioni possono essere tracciate, perché attraverso la blockchain si costituisce un registro pubblico di esse. Quindi in realtà è una tecnologia molto trasparente".

Bitcoin
Bitcoin
Bitcoin

I BITCOIN E LE OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE SARDE – Negli ultimi anni nel nostro Paese e nell’Isola è cresciuta la curiosità di privati e imprese per quest’innovativa forma di pagamento. A dimostrarlo è il successo del convegno che si è tenuto lo scorso 27 giugno a Cagliari "Bitcoin & Blockchain Conference Sardinia, la nuova rivoluzione tecnologica decentralizzata", organizzato dallo Sportello Startup di Sardegna Ricerche in collaborazione con l'Associazione Bitcoin Sardegna e il patrocinio della Regione Sardegna.

Se è vero che nell’Isola il fenomeno è ancora in una fase iniziale, non si esclude che – come Internet – possa "esplodere" nel giro di pochi anni.

"Le aziende sarde che si avvicinano al mondo bitcoin sono di due tipi. Da un lato, le imprese che vedono in esso una tecnologia su cui sviluppare competenze, proprio come in Sardegna è avvenuto con Internet ai tempi di Video On Line e poi Tiscali, società che hanno raggiunto un successo a livello nazionale. Il know-how nel settore dei bitcoin può inoltre essere rivenduto a livello internazionale, perché si tratta di un mercato dove c’è grande margine di crescita. Ci sono poi aziende che hanno scommesso su questa tecnologia, adottandola per ricevere pagamenti. In Sardegna sono soprattutto attività turistiche. Al momento sono una quindicina di esercizi commerciali, una cifra leggermente inferiore alle 40-50 aziende che accettano bitcoin nelle Regioni del Nord Italia. Ma noi siamo convinti che crescerà, è una valuta ancora molto giovane", dichiara Piras.

Il presidente dell'Associazione Bitcoin Sardegna sottolinea infine come il suo funzionamento non possa essere in nessun modo associato a quello di una valuta forse più nota nell’Isola, il sardex.

Si tratta di una moneta alternativa locale creata nel 2010 per stimolare l’economia della Sardegna, tornata alle cronache negli ultimi giorni per essere stata citata come modello dall’assessore al Bilancio della giunta Raggi a Roma, Andrea Mazzillo, che ha parlato della volontà di creare una moneta complementare nella Capitale.

"Il sardex si basa su un circuito cooperativo a cui possono aderire imprese e professionisti. È una valuta che ha una corrispondenza fissa con l’euro (1 euro = 1 sardex) e viene utilizzata come unità di conto per lo scambio di beni e servizi. Il valore dei bitcoin invece non è prefissato, ma subisce le oscillazioni del mercato. Anzi, essendo una moneta 'giovane' è ancora soggetta a rapidi fenomeni di variazione. Inoltre, con il bitcoin posso acquistare e vendere a livello mondiale, senza confini territoriali. La sua regola di emissione è stabilita da software che non è controllato da nessuno, né da un governo, da un’azienda, come nel caso appunto del sardex. Come Internet, bitcoin è una vera e propria tecnologia, di cui nessuno può dirsi detentore".

Alessandra Favazzo

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