"Patrick George Zaki è un prigioniero di coscienza", "l'Ambasciata si faccia portavoce presso il governo egiziano di una richiesta, ferma e netta, di rilasciare le persone oggi in carcere per aver espresso pacificamente le loro idee o per aver difeso i diritti umani, a partire da Patrick Zaki".

È l'appello che 26 europarlamentari italiani rivolgono a Giampaolo Cantini, ambasciatore d'Italia al Cairo, sul caso dell'attivista e studente egiziano di 29 anni dell'Università di Bologna che da quasi 8 mesi è in carcere in Egitto.

"Abbiamo apprezzato molto l'attenzione che l'Ambasciata ha dedicato al suo caso nel corso delle prime udienze - precisano - Ma nonostante l'interesse internazionale, Patrick si trova in carcere da più di duecento giorni".

"Siamo convinti - scrivono gli europarlamentari - che una forte pressione da parte della nostra diplomazia possa contrastare la perdita di attenzione sul caso di Patrick, che è invece proprio la finalità del continuo rinvio della sua detenzione". Zaki, proseguono, "è detenuto soltanto per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche che ha espresso sui social media. L'accusa di terrorismo è quella che le autorità egiziane utilizzano strumentalmente per dissimulare una sistematica repressione della libertà di espressione, considerando 'terrorismo' anche l'opposizione pacifica e la semplice espressione di opinioni.

Sono infatti oltre sessantamila, quasi l'intera popolazione carceraria italiana, i detenuti per ragioni politiche in Egitto. La comunità internazionale non deve farsi ingannare da questa retorica. L'Italia deve rimanere risoluta nel difendere i propri valori e principi basati sul rispetto dei diritti umani".

(Unioneonline/v.l.)
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