Se la pandemia, dopo due mesi di rigido lockdown, sembra allentare la presa su gran parte dell'Europa, continua a galoppare in maniera sempre più preoccupante nelle Americhe.

Negli Usa se è vero che New York nelle ultime 24 ore è scesa sotto i cento decessi (84 per l'esattezza), toccando il punto più basso da fine marzo, è altrettanto vero che in un giorno sono state registrate altre 1.127 vittime, mentre Trump continua a cavalcare la voglia di riapertura degli americani.

Il numero totale dei morti sfiora ormai i 100mila, superando le 98mila unità. I casi totali superano gli 1,6 milioni, quelli attivi sono più di 1,1.

Ma l'epicentro si sta spostando verso Sud, come testimoniano i dati drammatici del Brasile, ormai protagonista di un testa a testa con la Russia per il secondo posto come numero di contagi totali.

Quel che più allarma, nel Paese del negazionista Bolsonaro, è la velocità di propagazione del virus, oltre alla mortalità, molto più alta che in Russia. Più di 35mila casi e circa 2mila morti negli ultimi due giorni.

Nel Paese si registrano 350mila contagi e più di 22mila morti, nell'intera America Latina - definita dall'Oms nuovo epicentro della pandemia - sono più 700mila i casi di Covid-19, mentre i decessi si avvicinano a quota 40mila.

In Europa, Russia a parte, si guarda con fiducia ai numeri. L'Italia sta pian piano tornando alla normalità, così come la Francia e la Spagna, con il premier Sanchez che dice che "il peggio è passato", riapre ai turisti stranieri da luglio e dà il via libera alla ripartenza di uno dei campionati più seguiti al mondo. Segnali incoraggianti arrivano dai Paesi dell'Est, che hanno chiuso tutto molto presto per non mettere in crisi i loro fragili sistemi sanitari (Grecia, Albania, Bulgaria, Romania).

Un discorso a parte merita la Gran Bretagna, dove le maglie restano strette per via dei numeri che, seppur in diminuzione, sono ancora preoccupanti. Quasi 3mila casi e 282 morti nelle ultime 24 ore: quanto a decessi il Regno Unito, con i suoi 36mila, è secondo solo agli Stati Uniti.

In Cina, dove tutto è iniziato, tutto sembra essere sotto controllo: dopo gli zero casi di ieri, sono tre quelli registrati oggi.

(Unioneonline/L)
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