Salvo clamorose sorprese comincerà martedì prossimo al Senato il processo per l'impeachment del presidente americano Donald Trump per quello che ormai è stato ribattezzato come Ucrainagate, ossia le presunte pressioni dell'amministrazione Trump sul governo di Kiev per aprire un'indagine sul figlio di Joe Biden e i suoi affari in Ucraina.

Ieri la Camera dei rappresentanti, a maggioranza democratica, ha approvato con 228 voti a favore e 193 contrari la risoluzione per l'invio al Senato dei due articoli per l'impeachment, abuso di potere e ostruzione del Congresso. Nominati inoltre i sette membri del Congresso che rappresenteranno l'accusa.

A presiedere il processo al Senato sarà il capo della Corte Suprema, John Roberts, mentre il team dei deputati-procuratori sarà guidato dal presidente della commissione intelligence della Camera Adam Schiff. Al suo fianco ci saranno il potente presidente della commissione giustizia della Camera Jerry Nadler e altri cinque tra cui la deputata Zoe Lofgren, già coinvolta in passato nei casi di impeachment di Bill Clinton e Richard Nixon.

È assai remota l'ipotesi che il Senato a maggioranza repubblicana approvi la rimozione del presidente dalla Casa Bianca. Ma, sostiene la speaker della Camera Nancy Pelosi, "indipendentemente da come andrà, quella dell'impeachment resterà una macchia per sempre". Trump, ha ribadito, ha abusato gravemente dei suoi poteri per perseguire suoi interessi politici personali: "Il presidente americano lo scelgono gli americani, non Vladimir Putin", ha detto.

Per il tycoon si tratta di "una truffa" e di "una bufala", una caccia alle streghe architettata dai democratici a cui ancora brucia la sconfitta del 2016 di Hillary Clinton.

Ma intanto spuntano nuove carte che rischiano di compromettere ulteriormente Trump: e-mail, messaggini, note, appunti, da cui emerge come l'ex procuratore ucraino Yury Lutsenko offrì informazioni compromettenti sull'ex vicepresidente Biden in cambio della rimozione dell'ambasciatrice Usa a Kiev Marie Yovanovitch.

La diplomatica statunitense fu poi effettivamente allontanata dall'amministrazione Trump senza tante spiegazioni.

(Unioneonline/D)
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