Una "città ideale", pronta ad accogliere circa quattromila famiglie, dotata di pista da sci, stadio e con edifici moderni e all'avanguardia.

È quella inaugurata dal leader nordcoreano Kim Jong-un, con un taglio del nastro in pompa magna.

Si chiama Samjiyon e sorge nei pressi del monte Paektu, considerato sacro in Corea del Nord e luogo di nascita del padre di Kim, Kim Jong-il.

In realtà, al di là della propaganda del regime, non si tratterebbe di un nuovo agglomerato, bensì di un centro urbano già esistente, ma completamente ristrutturato.

E non mancano accuse e polemiche.

Secondo l'organizzazione non governativa National Committee of North Korea, la nuova città sarebbe una sorta di schiaffo alla miseria, visto che in gran parte del Paese scarseggiano cibo, acqua, elettricità e acqua corrente, gli edifici sono fatiscenti e le condizioni abitative pessime.

Non solo. Il sospetto di alcune ogn per i diritti umani è che per realizzare la "città ideale" di Samjiyong siano stati utilizzati operai sfruttati oltre ogni limite, in maggioranza giovani costretti a lavorare, quasi come schiavi.

(Unioneonline/l.f.)
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