L'Austria punta ancora su Sebastian Kurz, punisce l'estrema destra travolta dal suo "Russiagate" (o Ibiza-gate) che portò alle dimissioni del vicepresidente Strache e al voto anticipato, e premia i Verdi, che tornano in Parlamento con un ottimo risultato.

I popolari del cancelliere uscente stravincono le elezioni con il 38,4% (erano al 31,5% nelle ultime politiche di due anni fa); in seconda posizione i socialdemocratici della Spoe, al 21,5% (presero il 28% due anni fa). Segue l'estrema destra populista dell'Fpoe, che accusa un vero e proprio tracollo e perde 10 punti percentuali, fermandosi al 17,3% perdendo dieci punti percentuali. Dopo la debacle del 2017 i Verdi, due anni fa esclusi dal Parlamento, ci tornano con un risultato di tutto rispetto, il 12,4% (nel 2017 non hanno raggiunto neanche il 4%). Fermi al 7,4% i liberali di Neos, in crescita di due punti.

L'affluenza cala ma resta notevolissima. Alle politiche del 2017 votò l'80% degli aventi diritto, oggi il 76,6%.

Kurz dunque resterà cancelliere, ma cambia tutto con il crollo dei populisti.

"Il nostro partito necessita di una ripartenza, non posso suggerire di continuare sulla strada del governo alla luce di questo risultato", ha dichiarato il segretario del Fpoe Harald Vilimsky.

Il leader dei popolari dunque, come Giuseppe Conte in Italia (ma dopo le elezioni a differenza dell'inquilino di Palazzo Chigi), sarà ora costretto a fare una coalizione con la sinistra: o coi socialdemocratici o con i Verdi.

(Unioneonline/L)
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