Il governo di Hong Kong, in Cina, ha annunciato il rinvio dell'approvazione della controversa legge sull'estradizione. Il tutto dopo una settimana di proteste e alla vigilia dell'ennesima manifestazione in piazza da parte della popolazione.

"Ascolteremo tutte le voci della società - ha dichiarato in conferenza la governatrice cittadina Carrie Lam. Le nostre intenzione erano, e sono, sincere perché vogliamo colmare alcune lacune normative. Forse non siamo stati chiari nella comunicazione, ma la priorità è quella di ricostruire la pace e l'ordine, nonché la fiducia nel governo".

Poi sulla contestazione e le intenzioni dei vertici cittadini: "La volontà era quella di approvare la normativa e renderla effettiva a luglio, ma non è più la priorità. Ad ogni modo difendo l'operato della polizia che mercoledì ha utilizzato proiettili di gomma e lacrimogeni per motivi di sicurezza". In settimana si sono registrate le proteste più veementi dal 1997, cioè da quando la ex colonia britannica è tornata sotto la sovranità cinese.

Il Parlamento locale, pro Pechino, era chiamato ad analizzare in seconda lettura il progetto di legge che avrebbe autorizzato l'estradizione verso la Cina continentale.

L'approvazione era prevista per il 20 giugno.

(Unioneonline/M)
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