Non solo la Russia e la Cina ma anche gli Stati Uniti pronti a mettere il veto a una risoluzione delle Nazioni Unite che condanna l'uso dello stupro come arma di guerra.

È quanto rivela il Guardian, che cita un alto funzionario delle Nazioni Unite e diplomatici europei, precisando come il punto contestato da Washington sia il riferimento alla salute riproduttiva e sessuale, che implicherebbe il sostegno agli aborti.

Il linguaggio utilizzato nella risoluzione (pure edolcorata in una versione più soft rispetto a quella originale) riconosce il diritto delle vittime ad abortire e di conseguenza si pone in aperto contrasto con le politiche adottate in patria dall'amministrazione Trump. Gli Usa si oppongono anche all'uso della parola "genere", considerandola una copertura per la promozione dei diritti dei transgender.

''Non siamo nemmeno sicuri che la risoluzione sarà discussa a causa delle minacce di un veto da parte degli Stati Uniti'', ha detto al giornale britannico Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale in tempo di guerra.

In una bozza della risoluzione vista dal Guardian, la frase controversa è citata solo una volta, in una clausola che "esorta le entità e i donatori delle Nazioni Unite a fornire servizi sanitari non discriminatori e completi, inclusi quelli sulla salute sessuale e riproduttiva, psicosociale, legale e di sostegno al sostentamento e altri servizi multisettoriali per i sopravvissuti alla violenza sessuale, tenendo conto delle esigenze specifiche delle persone con disabilità".

"Sarebbe un'enorme contraddizione proporre un approccio che si concentra sui sopravvissuti senza fare alcun riferimento ai servizi di assistenza sessuale e riproduttiva", ha concluso la Patten.

(Unioneonline/D)
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