I riflettori della comunità internazionale restano puntati sulla Libia, ancora una volta sull'orlo della guerra civile.

Mentre prosegue la marcia del generale Khalifa Haftar, che dalla Cirenaica sta marciando con centinaia di uomini e mezzi sulla capitale Tripoli, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha espresso "profonda preoccupazione" per la situazione.

"Si chiede alle forze dell'Esercito Nazionale libico di fermare tutti i movimenti militari" ha detto l'ambasciatore tedesco all'Onu, Christoph Heusgen, presidente di turno per il mese di aprile del Consiglio, leggendo una dichiarazione dopo l'audizione dell'inviato speciale Onu per la Libia, Ghassan Salame.

Il Consiglio chiede inoltre "a tutte le forze di bloccare l'escalation e di fermare le attività militari". "Non ci può essere - ha concluso Heusgen - una soluzione militare al conflitto".

Nell'appello allo stop alle azioni militari, il Consiglio Onu ha anche sottolineato come questa situazione "rischia di compromettere la stabilità della Libia".

Un invito che, almeno per il momento, non sembra aver fatto breccia in Haftar e nelle sue milizie, che proseguono nella loro avanzata.

Il governo di Fayez al Serraj, riconosciuto internazionalmente, ha anche effettuato raid aerei per cercare di disinnescare la minaccia.

E, viene riferito da fonti locali, nei primi scontri ci sarebbero stati anche i primi morti: 14 secondo il portavoce di Haftar.

L'Eni intanto, d'accordo con la Farnesina, ha deciso di evacuare il personale italiano a scopo precauzionale.

(Unioneonline/l.f.)

IL MINISTRO ENZO MOAVERO MILANESI

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