Nessun processo per i due agenti che hanno ucciso Stephon Clark.

"Non è stato commesso alcun reato", ha detto il procuratore Anne Marie Schubert.

I fatti risalgono al marzo dello scorso anno: Clark, un 22enne afroamericano padre di due bambini, era sospettato di aver rotto i finestrini di un'auto a Sacramento, in California, per commettere un furto.

Raggiunto da due poliziotti, si è dato alla fuga fino a nascondersi nel cortile in casa della nonna. Ma loro lo hanno trovato.

Non è chiaro cosa sia successo in quei pochi secondi, fatto sta che gli agenti gli hanno sparato a morte. Sette colpi, la versione ufficiale, otto stando alla seconda autopsia richiesta dai genitori della vittima.

"Aveva in mano un oggetto nero, ci è sembrata una pistola e abbiamo reagito", si sono difesi i due poliziotti, anche se quello che stringeva in pugno Clark era solo un cellulare, ben diverso da un'arma da fuoco.

"È stata un'esecuzione", ha detto la mamma di Clark.

Una delle tante manifestazioni per Clark (Ansa - Epa)
Una delle tante manifestazioni per Clark (Ansa - Epa)
Una delle tante manifestazioni per Clark (Ansa - Epa)

Il giovane è diventato un altro simbolo dei difficili rapporti tra la comunità afro e la polizia e la brusca chiusura del caso ha radunato centinaia di persone davanti alla stazione di polizia di Sacramento.

Il capo della polizia ha cercato di smorzare le tensioni, garantendo che il suo dipartimento condurrà un'indagine interna, al termine della quale i due agenti potrebbero essere licenziati.

(Unioneonline/D)
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